------------------------------------------------- Internet Marketing List Italiana ------------------------------------------------- From: "Antonio Tombolini" Subject: R: IMLI: effetti speciali e contenuti >From: sofia postai >Internet e' tuttora incompresa nelle sue vere potenzialita' di creare dialogo >e fare comunita': la si considera soprattutto un vetrina smart in cui si DEVE >essere presenti. >Ogni tanto ho un dubbio inquietante: saremo noi (i "professional) ad uccidere >la rete? Cara Sofia, non sono un professional, ma credo che la tua domanda possa diventare terribilmente seria. I professional si "adattano" spesso a costruire siti-vetrina sempre inutili, spesso brutti, perche' tanto poi il materiale e' quello che l'azienda mette a disposizione. Certo, s'ha dda campa', ed e' difficile rinunciare, in un mercato italiano ancora poco dinamico in questo ambito, a progetti che garantiscono fatturato e lavoro. Ma poi accade che quel sito entra nel port-folio di chi l'ha fatto, che imbarazzato lo mostra, tra mille giustificazioni e distinguo, a chi magari (imprenditore) sarebbe invece disponibile a ragionare diversamente, ma vedendosi quelle cose, se ne allontana. Credo proprio che un po' piu' di onesto coraggio farebbe bene a tutti, imprese e professional. Ciao, Antonio Tombolini ------------------------------------------------- Internet Marketing List Italiana ------------------------------------------------- From: "Antonio Tombolini" Subject: R: IMLI: marketing & multimedialita' >From: lorenzo guerra >page, ma per dei corporate di importanza il sito deve essere il >prolungamento naturale della comunicazione pubblicitaria tradizionale, la >quale deve essere comunque coerente con l'immagine della ditta. Certo che Si' e no, IMHO. Il rischio di questo approccio sta forse in un eccesso di saggezza (l'enfasi sulla continuita' con la comunicazione "tradizionale"), che alla fine rischia di stonare agli occhi di un utente-visitatore che, proprio in quanto navigatore, tende forse a percepire con fastidio le troppo pedisseque ed ortodosse trasposizioni su Internet di quanto veicolato coi media tradizionali. Dico tutto questo da utente navigatore e da (piccolissimo) imprenditore alle prese con decisioni da prendere a proposito del sito web da costruire. Che cosa paga di piu' in termini di corporate-image tra le 2 alternative: 1. utilizzare i plus della rete (globalita', capillarita', multimedialita', ecc.) per "espandere" o "prolungare naturalmente" la comunicazione tradizionale, beneficiando cosi' di un rafforzamento della "coerenza" della stessa, oppure 2. interpretare la rete, piu' che come un "mezzo" in piu' tra gli altri (i "tradizionali"), come un "mondo" in cui si incontrano persone e in cui le regole della comunicazione tra loro sono radicalmente diverse da quelle "tradizionali". In questa seconda opzione - e credo che ce ne siano esempi - si tratta non di "prolungare naturalmente", ma di ripensare radicalmente non tanto i modi, ma i contenuti stessi della comunicazione tradizionale, arrivando magari a trasformare QUESTA (la comunicazione tradizionale) in funzione delle scelte fatte in rete, piuttosto che il contrario. Chiedo scusa per la lunghezza di cui mi accorgo solo ora! Ciao, Antonio Tombolini ------------------------------------------------- Internet Marketing List Italiana ------------------------------------------------- From: Claudio Rizzo Subject: IMLI: marketing & multimedialita' > From: "Antonio Tombolini" > > 1. utilizzare i plus della rete (globalita', capillarita', multimedialita', > ecc.) per "espandere" o "prolungare naturalmente" la comunicazione > tradizionale, beneficiando cosi' di un rafforzamento della "coerenza" della > stessa, oppure > > 2. interpretare la rete, piu' che come un "mezzo" in piu' tra gli altri (i > "tradizionali"), come un "mondo" in cui si incontrano persone e in cui le > regole della comunicazione tra loro sono radicalmente diverse da quelle > "tradizionali". > > In questa seconda opzione - e credo che ce ne siano esempi - si tratta non > di "prolungare naturalmente", ma di ripensare radicalmente non tanto i modi, > ma i contenuti stessi della comunicazione tradizionale, arrivando magari a > trasformare QUESTA (la comunicazione tradizionale) in funzione delle scelte > fatte in rete, piuttosto che il contrario. Nella mia breve esperienza di aggiornamento di un sito bancario, ho avuto modo di sperimentare quanto dice Tombolini; per quel che mi riguarda sono perfettamente in sintonia con la sua seconda opzione (utilizzo in pieno del nuovo media, con tutte le sue potenzialitą), ma, come era prevedibile, mi sono dovuto scontrare (da interno) con una mentalita' che ha privilegiato l'utilizzo del nuovo mezzo in modalita' "brochure pubblicitaria". A distanza di piu' di un anno dalla pubblicazione delle prime pagine, purtroppo, non e' cambiato niente riguardo ad internet (non c'e' ancora nessuno, all'interno della Banca, che si occupi a tempo pieno di internet - lo faccio sempre io, ma nei classici ritagli di tempo); qualcosa e' cambiato, per fortuna, nei riguardi di una Intranet che ho messo su (anch'essa nei ritagli di tempo), pubblicandovi resoconti, bilanci, circolari organizzative ed altre cose utili; speriamo bene... Ciao a tutti. Claudio Rizzo. -- ________________________________________________________ Claudio Rizzo Italian Telework & Translations Team - Coordinator http://www.geocities.com/Eureka/Gold/1884/index_ittt.htm ________________________________________________________ ------------------------------------------------- Internet Marketing List Italiana ------------------------------------------------- From: Giorgio Rosa Salva Subject: Re: IMLI: effetti speciali e contenuti A proposito di siti-vetrina e responsabilit=E0 dei "professional", Antonio Tombolini scrive: =2E.. >Certo, s'ha dda campa', ed e' difficile rinunciare, in un mercato italiano >ancora poco dinamico in questo ambito, a progetti che garantiscono fatturat= o >e lavoro. Ma poi accade che quel sito entra nel port-folio di chi l'ha >fatto, che imbarazzato lo mostra, tra mille giustificazioni e distinguo, a >chi magari (imprenditore) sarebbe invece disponibile a ragionare >diversamente, ma vedendosi quelle cose, se ne allontana. > >Credo proprio che un po' piu' di onesto coraggio farebbe bene a tutti, >imprese e professional. =2E.. Secondo me, il problema non si dovrebbe porre in termini cosi' tragici. Un professionista che sa di che parla - e ci crede - fara' precedere il lavoro non tanto dal portfolio quanto da alcuni incontri e da almeno un documento di progetto; senz'altro spieghera' per bene all'azienda che l'intera operazione non e' tanto la soluzione di un problema tecnico quanto l'avvio di un progetto di comunicazione destinato ad evolvere nel tempo. Mostrera' possibili strade per questa evoluzione, in rapporto alla realta' del cliente. E non si stupira' se - nella maggior parte dei casi - l'azienda capira' nella misura delle sue attuali capacita' di comunicare, e se all'inizio il sito nascera' partendo dalla "vetrina", che l'azienda comunque non riuscira' a non vedere come l'indispensabile base di partenza per qualunque altra attivita'. Se e' riuscito a tanto e' gia' bravo, ha fatto il suo dovere ("educare il mercato" e' nostro dovere perche' e' nostro interesse) e ha posto le premesse per un buon lavoro di comunicazione. Poi bisognera' che azienda e consulente facciano entrambi la loro parte, senza troppa fretta. In ogni caso, un professionista cosi' non uccide niente, e in genere sa proteggere il suo lavoro dall'attacco delle mille Applet, dei cento Plug-In, dell'ottimizzato per "800x600 e i pezzenti che non ci vedano" e di tutte le altre idiozie che caratterizzano la rete dei siti vuoti e pesanti. La domanda pittosto potrebbe essere: i "professional" sono di un tipo solo, cioe' quello giusto? Per me, quello giusto e': un professionista della comunicazione aziendale, specializzato in questo particolare modo di comunicare (e nelle tecnologie necessarie); o c'e' in giro anche gente che parte dalla coda? Saluti. Giorgio RS ------------------------------------------------- Internet Marketing List Italiana ------------------------------------------------- From: S&G Giaretta Subject: marketing & multimedialita' >From: "Antonio Tombolini" >2. interpretare la rete, piu' che come un "mezzo" in piu' tra gli altri (i >"tradizionali"), come un "mondo" in cui si incontrano persone e in cui le >regole della comunicazione tra loro sono radicalmente diverse da quelle >"tradizionali". A mio parere le regole della comunicazione riguardano la forma, non i contenuti, per cui nulla toglie che io possa comunicare la mia immagine istituzionale, coerente con quella delle mie campagne su media tradizionali, attraverso le soluzioni dell'Internet advertising. Forse la nostra percezione del mondo Internet e' un po' falsata dalle caratteristiche dell'utente medio italiano, che e' certamente un pioniere; se pero' diamo un'occhiata ai paesi dove la rete e' piu' diffusa, osservando il fenomeno nella sua globalita', ci accorgiamo che chi naviga in Internet non e' poi cosi' diverso dal fruitore dei media tradizionali. Con questo non voglio dire che ci si debba limitare a delle >pedisseque ed ortodosse trasposizioni su Internet di quanto veicolato coi media tradizionali, la stessa logica pull del WWW impedisce che una condotta di tale tipo si riveli efficace; sono comunque del parere che sia possibile concepire un piano di comunicazione considerando Internet al pari degli altri media, in un'ottica di comunicazione integrata. Spero di non essere stato troppo fumoso, e saluto tutti. Simone Giaretta .. ------------------------------------------------- Internet Marketing List Italiana ------------------------------------------------- From: "Antonio Tombolini" Subject: R: IMLI: effetti speciali e contenuti >From: Giorgio Rosa Salva >Secondo me, il problema non si dovrebbe porre in termini cosi' tragici. >E non si stupira' se - nella maggior parte dei casi - l'azienda capira' >nella misura delle sue attuali capacita' di comunicare, e se all'inizio il >sito nascera' partendo dalla "vetrina", che l'azienda comunque non >riuscira' a non vedere come l'indispensabile base di partenza per qualunque >altra attivita'. Mi piace molto il tuo approccio concreto e graduale, che condivido. Pero': >Per me, quello giusto e': un professionista della comunicazione aziendale, >specializzato in questo particolare modo di comunicare (e nelle tecnologie >necessarie); o c'e' in giro anche gente che parte dalla coda? Qui ribadisco l'interrogativo, l'alternativa di fondo che orientera' poi ogni uso e presenza e percezione della rete: internet e' un "mezzo" di comunicazione nuovo, che si aggiunge agli altri media (e allora il professionista come uomo di "comunicazione aziendale"); oppure internet e' un "mondo" nuovo: dove per mondo si intende l'intreccio di relazioni che nasce al formarsi di una comunita' umana. In questo secondo caso le professionalita' legate a internet mi sembrano richiedere un piu' raffinato "sapere" dell'uomo in tutti i suoi aspetti, cosi' che, probabilmente, nella rete e per la rete lavoreranno diversi tipi di professionisti: il comunicatore, l'ingegnere, lo psicologo, il markettaro, il disegnatore, il filosofo, il musicista, il commerciante... un po' come nella vita, no? Ciao, Antonio Tombolini ------------------------------------------------- Internet Marketing List Italiana ------------------------------------------------- From: "Antonio Tombolini" Subject: R: IMLI: marketing & multimedialita' >A mio parere le regole della comunicazione riguardano la forma, non i >contenuti, per cui nulla toglie che io possa comunicare la mia immagine >istituzionale, coerente con quella delle mie campagne su media >tradizionali, attraverso le soluzioni dell'Internet advertising. Se il mezzo e' il messaggio, in nessun luogo e' piu' vero che in internet: qui la forma e' contenuto, che viene da essa determinato. Contenuti plausibili nel RW diventano assurdi in rete, e viceversa. Provo con degli esempi: e' disponibile in rete il testo integrale di tutti i libri della Bibbia. In un sito che, per quanto ho potuto verificare, non ha alcuna valenza commerciale, almeno percepibile, almeno per adesso. Un po' come se nel mondo reale se ne uscisse qualcuno a regalare, a destra e a manca, la bibbia, ben stampata, inclusi gli indici analitici dettagliati per le ricerche (che comunque non eguagliano le prestazioni del motore di ricerca interno della versione online). Questo, per me, significa che internet non e', e poi tacero' ;-) un mezzo di comunicazione, ma un mondo. Non e' un mondo di nuove forme possibili di cui rivestire i contenuti di sempre. Ma e' la percezione, per la prima volta resa cosi' globale, della accessibilita' di risorse informative (e non solo) SENZA barriere spazio-temporali. Da qui, si potrebbe cominciare a lavorare rielaborando i "contenuti" esistenti, anche in tema di comunicazione business oriented. Ciao, Antonio Tombolini ------------------------------------------------- Internet Marketing List Italiana ------------------------------------------------- From: lorenzo guerra Subject: Re: IMLI: marketing & multimedialita' From: "Antonio Tombolini" >l'enfasi sulla continuita' con la comunicazione "tradizionale, >1. utilizzare i plus della rete (globalita', capillarita', multimedialita', >ecc.) per "espandere" o "prolungare naturalmente" la comunicazione >tradizionale, beneficiando cosi' di un rafforzamento della "coerenza" della >stessa, oppure > >2. interpretare la rete, piu' che come un "mezzo" in piu' tra gli altri (i >"tradizionali"), come un "mondo" in cui si incontrano persone e in cui le >regole della comunicazione tra loro sono radicalmente diverse da quelle >"tradizionali". Io sono con quanto affermato da S&G Giaretta : "A mio parere le regole della comunicazione riguardano la forma, non i contenuti, per cui nulla toglie che io possa comunicare la mia immagine istituzionale, coerente con quella delle mie campagne su media tradizionali, attraverso le soluzioni dell'Internet advertising." Anche se credo che stiamo difendendo tutti la stessa opinione. Quando io ho detto che la comunicazione su internet deve essere il prolungamento naturale della comunicazione sui media tradizionali, intendevo che la 'mission' di un'azienda non cambia perch=E8 inizia ad usare internet, ma cambia la strategia per raggiungerla. Il termine 'naturale' st=E0 per uso della lingua naturale per il mezzo che si usa per comunicare, e non adattare un pochino la propria comunicazione istituzionale per farla entrare alla meno peggio nel nuovo mezzo. Mi sembra di dire qualcosa di molto banale, che per=F2 continuo a sentir dir= e anche qua: la comunicazione su internet =E8, a mio parere, non solamente differente, ma di diversa natura. E' a tre dimensioni: non basta un bel messaggio (due dimensioni), ci vuole anche e sopratutto la relativa esperienza positiva di chi ci visita sul sito: senso di comunit=E0, informazione soddisfacente, venire ascoltati...una ditta che non risponde al mio mail anche se ha un bel sito continua a comunicare a due dimensioni e ha perso un probabile cliente o no?? ciao lorenzo ------------------------------------------------- Internet Marketing List Italiana ------------------------------------------------- From: Giorgio Rosa Salva Subject: Re: IMLI: effetti speciali e contenuti Antonio Tombolini scrive: >professionista come uomo di "comunicazione aziendale"); oppure internet e' >un "mondo" nuovo: dove per mondo si intende l'intreccio di relazioni che >nasce al formarsi di una comunita' umana. In questo secondo caso le >professionalita' legate a internet mi sembrano richiedere un piu' raffinato >"sapere" dell'uomo in tutti i suoi aspetti, cosi' che, probabilmente, nella >rete e per la rete lavoreranno diversi tipi di professionisti: il >comunicatore, l'ingegnere, lo psicologo, il markettaro, il disegnatore, il >filosofo, il musicista, il commerciante... un po' come nella vita, no? Certo. La rete e' assolutamente nuova. Ma separarla dal "resto del mondo" (o peggio, dal "mondo reale" come si legge spesso) e' un errore che tende a fare la gente come noi. Anche la comunicazione aziendale in generale sarebbe una cosa che richiede un piu' raffinato sapere... Del resto, "professionista" e' una semplificazione, e il motivo di questa semplificazione risiede nella necessita' delle aziende di concentrare gli interlocutori; secondo me, professionista significa l'attivita' coordinata di quell'insieme di persone che citi tu. Coordinata pero', e orientata realmente a comunicare le cose che servono all'azienda. Sulla rete, si pu=F2 lavorare e comunicare secondo modi nuovi e migliori, e bisogna saperlo fare. Tutto qui? Ciao. Giorgio Rosa Salva --- A proposito di un tuo filone parallelo: non c'e' alcuna contraddizione, in teoria, tra rispetto della "corporate image" e buona comunicazione sulla rete, e non c'e' bisogno di differenze: una buona corporate im. non limita in nessun modo la sostanza del lavoro di comunicazione che si deve fare. Ne' in rete, ne' fuori. ------------------------------------------------- Internet Marketing List Italiana ------------------------------------------------- From: Salvaggio Subject: La rete e il commercio elettronico "Sulla rete, si pu=F2 lavorare e comunicare secondo modi nuovi e migliori, e bisogna saperlo fare." Cosi' dice Giorgio Rosa Salva in un suo precedente intervento su questa lista. Concordo pienamente. Una delle caratteristiche di internet, secondo me, e' la sua estrema pervasivita'.=20 La rete sta, col tempo, assumendo un ruolo chiave nella definizione di qualsiasi strategia e politica di prodotto/servizio e non solo limitatamente alle imprese di information & communication technology (transazioni business-to-business, tra aziende che operano nel triangolo hi-tech composto dalle telecomunicazioni, dall'informatica e dal multimedia) ma rispetto al piu' ampio scenario economico globale. Si prevede infatti che entro il 2000 il commercio elettronico su internet raggiungera' un valore globale annuo fra i sette e i dieci miliardi di dollari. Si vendera' di tutto: libri, compact disc, occhiali, software, ceramiche, jeans e perfino le pizze. E questo gia' si comincia a vedere, e anche in Italia. Penso che la rete sia una trasposizione della realta'. Basta riportare cio' che e' realta' su di essa, comunicandolo in un modo nuovo, cosa che non e' molto semplice ... Antonino Salvaggio salvaggio@iol.it