Dopo aver investito in ricerca e sviluppo (e in gestione reclami) per diversi anni, EMI fa un bel balzo indietro e dichiara di non voler più produrre CD protetti da sistemi antipirateria.

Credo sia una buona notizia; ho sempre pensato che sistemi come il DRM fossero un boomerang per l’industria discografica e dell’intrattenimento penalizzando chi acquista prodotti originali (con conflitti di compatibilità e simili) e non proponendo una alternativa valida.


E’ un bell’esempio di cosa non si dovrebbe mai fare con un mercato che si evolve; di fronte a innovazioni (tecnologiche e non) in grado di alterare la struttura di una industry, il voler conservare a tutti i costi meccanismi e modelli di fruizione tradizionali non è e non può essere mai la soluzione, eppure è quasi sempre la scelta dei big player.

Il punto è che, a meno di non trovarsi in Cina, queste forme di controllo non solo non permettono di controllare un bel nulla, ma, anzi, lasciano uno spazio invitante per nuovi player e per lo sviluppo di nuovi canali, nuovi modelli di distribuzione etc.

Ecco perché la notizia del dietrofront di Emi è una buona notizia, perchè dimostra che essere conservativi non paga … e adesso che hanno tolto il DRM se esce un bel CD con una bella copertina … è possibile che rivaluterò la possibilità di comprarlo ;)

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