17:09 - Eccoci nella sala. La connessione di Cisco mi chiede di configurare un po’ di cose e scelgo di connettermi con la mia connect card.
La sala si sta riempiendo, nell’elenco dei partecipanti i nome dei blogger sono mischiati a quelli delle aziende: MiniMarketing è appena sotto Microsoft :)

Mi siedo vicino a Vanz e Gianluca.

17:17 - Arriva anche Gentiloni.
Sta iniziando. Vanz ci abbandona per andarsi a sedere vicino a Mafe.
Vedo in ordine sparso Andrea Beggi, Tiziano Fogliata, Ninjamarketing e altri.

17:22 - Inizia Giampaolo Fabris.
Pare che il paese in cui vende il libro di Anderson sia la Cina.
“Se la metà delle cose che scrive Chris sono vere il mondo sta cambiando”

17:27 - Fabris ripete più o meno gli esempi che Anderson fa nel libro: Wikipedia, Amazon, l’astronomia fatta dai dilettanti ecc.

Parla con una competenza, anche terminologica che mi stupisce abbastanza.
La mia impressione è che la platea sia metà di “smanettoni” e metà di gente che a malapena legge le email, ma magari sbaglio.

17:31 - Inizia Chris Anderson.
“this (Milan) is the ground zero of the long tail culture”

Molto interessante il fatto che abbia avuto almeno la delicatezza di aprire con alcuni esempi del mercato italiano, caratterizzato da PMI. Cita il vino e la moda come esempi di “long tail market”.

Iniziano le slide.

17:41 - Il mercato della musica non è affatto in crisi: solo le vendite dei cd stanno crollando :)
Tutte le altre voci: ringtones, suonerie, merchandising, e se vogliamo anche considerare gli ipod…
Quello che sta cambiando è la redistribuzione tra i pochi (”few”) e i molti (”many”)

17:51 - Qualche problema con la connect… :(
Sto facendo foto a tutte le slide, poi le pubblicherò.
L’inglese di Anderson è molto chiaro e comprensibile.
Arriva la famosa slide della coda lunga, la stessa immagine che avevo pubblicato nel post precedente.

Si chiama “powerlaw”: non c’è una media, si va dalla testa alla cosa, dagli hit ai non-hit.

17:56 - Il mercato tradizionale è/era fatto in base a quello che si pensava piacesse al pubblico, non in base a quello che effettivamente piace.

I nuovi protagonisti, Amazon, Rhapsody, Netflix, hanno una serie infinita di prodotti che i rivenditori tradizionali (Wal-Mart) non hanno, non possono avere e non avranno, per questioni evidenti di spazio e limitatezza degli scaffali.
Questi prodotti non vendono nei mercati tradizionali semplicemente perchè non arrivano sul mercato!

18:01 - C’è un cambiamento che coinvolge anche i mercati tradizionali, che non hanno nulla a che fare con internet. Questo cambiamento si chiama “niche” (nicchia).
Fa l’esempio di un’azienda di birra (Long Tail Beer :)) e di Starbucks.

18:06 - Passa all’esempio del travel, con le compagnie low cost e il successo di nuove rotte, diverse da quelle tradizionali.
Spazio gossip: Mafe ha un buco in una calza, che sia un nuovo trend? Lo leggeremo su Style.it :)

18:11 - Anche il mercato delle scarpe è un long tail market.
Ho l’ìimpressione che consideri l’Italia come un paesello sperduto nel terzo mondo (ha torto?): crede che non conosciamo Justin Timberlake e le Converse :)

18:15 - Con internet i paradigmi di scelta cambiano: ognuno ha accesso alla produzione. O quasi…
fa l’esempio del film “Il diavolo veste Prada”, in cui la capa dice alla ragazza che non è stata lei a scegliere il colore della maglia che indossa, ma gli operatori della moda 18 mesi prima.

Mentre online ognuno può disegnarsi la propria tshirt, per esempio con Threadless.

I tastemakers non sono più le riviste come Vogue, ma i gusti si modellano con il word-of-mouth e gli UGC.
“Quindi? Facciamo 1 milione di Vogue? No, facciamo un social network” (traduzione mia)

18:24 - “Google economy”: l’economia degli incoming links.
Mostra una slide di Technorati in cui si vede come Boing Boing o altri blog non professionali o semi-professionali abbiano più link verso i loro blog di grossi network o siti di grandi quotidiani.

18:30 - Interessante slide, tratta da una presentazione interna di Google. E’ un grafico che mostra i maggiori siti web mondiali in base agli accessi: i primi 6 non sono media company ma motori di ricerca o community o UGC sites. Le media company sono nella coda!

Poi parla della reputazione di Microsoft. Foto di Ballmer e di Scoble. Scoble online ha (aveva) molto più potere di Ballmer.
La reputazione di M$ online è molto più influenzata da Scoble che da Ballmer.

“Everybody has a microphone now!”

18:36 - Chris conclude con un video. L’ho registrato con la fotocamera e se è decente lo metterò su YouTube.

18:39 - Inizia Gentiloni.
Battutina sul governo.
Il livello di attenzione scende un po’, l’oratoria di Gentiloni non è coinvolgente come quella di Anderson direi…

18:49 - la domanda di Gentiloni sta durando da 10 minuti… “Sarò breve”

18:52 - Anderson riesce a rispondere alla domanda fiume, non so come.
David Orban fa una domanda. Dice che una clip dell’intervento è già online su YouTube… La sintesi a quanto pare non è la sua qualità migliore :)
Camisani, ovviamente, si candida per la prossima.

Chris risponde iniziando a parlare di Creative Commons

19:01 - Domanda di Niccolò (blogger, che però almeno di faccia non conosco). Riguarda la qualità della lunga coda.
Anderson la ritiene una domanda retorica. Gli risponde “Sai già la risposta”. Ovviamente il range di qualità nella coda è più ampio rispetto a quello della testa, da da pessimo a ottimo, mentre nella testa si va da medio a buono.
E soprattutto la qualità è relativa. Relativa a quali sono gli interessi specifici di chi cerca un contenuto: Anderson è appassionato di Lego; il NYT è sicuramente di qualità alta, ma la sua copertura su Lego è prossima allo zero, quindi se vuole dei contenuti di qualità deve cercare nella coda.

19:08 - Marco Camisano Calzolari fa una domanda sulla differenza di velocità tra l’evoluzione della rete e le reazioni della politica.
Gentiloni durante la domanda giochicchia col suo smartphone.
Se la cava poi con una battuta che paragona la long tail alla frammentazione politica, poi svicola clamorosamante!

19:12 - Anderson risponde ad una domanda sul suo ultimo libro, che non è ancora uscito, e che si chiamerà Free.
Free non significa che non si fanno soldi. Forse il cliente non paga ma qualcun altro paga.
Sarà downloadabile gratuitamente.

19:15 - Domanda da un dirigente di Microsoft :)
Dice in sostanza che ci stanno provando e che le cose stanno cambiando.
Chiede suggerimenti!
Anderson risponde che Microsoft è assolutamente leader nel corporate blogging: più di 4.500 bloggers.

19:20 - Domanda interessante: uno dei valori della long tail è quella di essere di nicchia e non mass market. Cosa succede quando qualcosa esce dalla long tail e diventa di massa? Perde il suo interesse? Esempio dell’iPod.
Anderson risponde che è effettivamente così, ma non sa cosa farci :)

Altra domanda: troppa scelta non può essere un problema?
Risposta: no, perchè ci sono i filtri (da Google in poi)

19:26 - Ma perchè la gente si ostina a fare le domande direttamente in inglese? The long tail is on the table…

19:28 - Grassroots vs Astroturf
Astroturf è l’erba sintetica. Organizzare finte recensioni come se fossero UGC può sicuramente essere efficace, ma se vieni scoperto il word-of-mouth sarà talmente letale da scoraggiare le aziende

Conclude Fabris

FINE LIVE BLOGGING. Vado alla Lunga Cena!

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