IMlog
Due biondoni in corso Como
Autore: M. Bancora | Categoria: Advertising | Data: Lunedì, 31 Ottobre 2005 

Continuo la serie dei reportage dalla città. Lo scorso venerdì passeggiando per Corso Como a Milano, ho incontrato due tipi che mi pareva aver già visto altrove. Purtroppo non si trattava di qualcuno da invitare ad un nuovo aperitivo, ma erano i due biondoni-dentoni dell'892-892 impegnati a distribuire delle pettorine con stampato il numero oggetto della promozione. La curiosità dei passanti era davvero tanta: le persone si fermavano ridacchiando e cercando di capire il senso della promozione. I due ragazzi tra l'altro sembravano perfettamente calati nella parte: simpatici e spiritosi con tutti.

L'impatto ambientale di un'operazione di questo tipo mi pare nullo, siamo d'accordo? Le pettorine saranno state raccolte da qualche squadra di calcio amatoriale :). Ma anche l'impatto a livello di comunicazione rasenta lo stesso risultato. Simpatico e divertente, ma poi?

Dal mySky alla "mia televisione"
Autore: Maurizio Goetz | Categoria: TV Digitale | Data: Giovedì, 27 Ottobre 2005 

Ieri c'era solo Fastweb oggi si aggiunge anche Sky Italia con mySky a promuovere la cultura del DVR, gli altri seguiranno, forse.

E' inutile cercare di fermare quella che sarà una tendenza inevitabile: la nascita dei "time shifter", una nuova categoria di telespettatori.
Questo segmento sarà inizialmente piccolo e crescerà progressivamente, fino a diventare importante in termini numerici.

Join the time shift revolution and be a television time lord, parola del Timesonline.

Google Base
Autore: Marco.Loguercio | Categoria: News | Data: Giovedì, 27 Ottobre 2005 

Ormai non deve neanche più sorprendere: si scopre qualcosa, una qualsiasi novità, legata a Google, ed immediatamente
- si impenna il titolo al NASDAQ (superata anche la soglia psicologica di 350 Us$ ad azione, con alcuni analisti che hanno elevato il target price a 430 Us$, qualcuno addirittura a 450 Us$)
- sui blog e sui forum di settore si inizia a fantasticare su quali ripercussioni questo potrà avere sul business legato al Web (ma non solo): si dice tutto ed il contrario di tutto
- i suoi competitor hanno una ragione in più di preoccuparsi
- i mass media cercano di capire come la nuova trovata di Google potrà cambiare il nostro modo di vivere, cercando lo scoop o, comunque, l'articolo sensazionalistico (scrivendo, spesso, sensazionali cazzate).

Con Google Base è successa la stessa cosa: neanche smaltita l'euforia per un Q3 superiore alle attese degli analisti, premiato con l'ennesimo rialzo del valore di GOOG in borsa, che casualmente (casualmente? Ci sono persone che trascorrono le proprie giornate a caccia di segreti di Google, visto che svelare qualcosa di nuovo su G significa notorietà a livello planetario) viene scoperta la URL base.google.com (al momento in cui scrivo è ancora non funzionante) che mostra questo.

Ovvero, riportando quanto scritto sulla pagina di benvenuto (messa offline da Google poche ore dopo la scoperta):

“Post your items on Google.
Google Base is Google’s database into which you can add all types of content. We’ll host your content and make it searchable online for free.

Examples of items you can find in Google Base:

• Description of your party planning service
• Articles on current events from your website
• Listing of your used car for sale
• Database of protein structures

You can describe any item you post with attributes, which will help people find it when they search Google Base. In fact, based on the relevance of your items, they may also be included in the main Google search index and other Google products like Froogle and Google Local.”

Una pagina, cioè, che invita i navigatori ad inserire in questo nuovo database di Google i propri annunci, le proprie note, i propri commenti (pro o, magari, contro qualcuno/qualcosa), il calendario di eventi... tutto quello, insomma, che vorremmo far sapere a chi utilizza Google, senza la necessità di dover avere un sito indicizzabile (implicazione, questa, non da poco).

E' il segno di una svolta epocale per Google, non più solo "crawler centric" ma anche "user centric" per il reperimento delle informazioni da inserire nei propri DB?

I giornalisti, appropriatisi della notizia, l'hanno subito vista come "la sfida di Google ad eBay"; cosa che, in futuro, potrebbe anche essere (non dimentichiamoci che Google Base non è neanche nella sua fase alpha, bensì in quella fase di sviluppo che ha una direzione suscettibile di innumerevoli cambiamenti), ma che sul breve periodo è una notizia troppo forte da lanciare, considerando che eBay è uno dei più importanti inserzionisti (direttamente, o attraverso la sua sterminata rete di affiliati) di Adwords.
Google base sarà, comunque, molto di più. Potrebbe diventare addirittura un nuovo modo di fare PR.

Tiepidi i commenti di Google a questa scoperta.
Danny Sullivan, sul suo blog, riporta il contenuto di un'email di risposta avuta da Google in merito:
"This is an early-stage test of a product that enables content owners to easily send their content to Google. Like our web crawl and the recently released Google Sitemaps program, we are working to provide content owners an easy way to give us access to their content. We're continually exploring new opportunities to expand our offerings, but we don't have anything to announce
at this time.
"

Mentre poco di più compare sul blog ufficiale di Google.

Quali le novità e le implicazioni di Google Base?

Google, che per anni si è vantato di voler diventare "il più efficace punto di partenza per arrivare alle informazioni di interesse disseminate sul web", continua così la sua conversione a portale o, meglio, a "one stop shop" per tutto quello che riguarda le informazioni (search, Google News, Google Video...) ed il commercio (es. Froogle), finendo però con l'entrare spesso in competizione con quelle realtà che sono anche tra i suoi principali inserzionisti.
Google Base si muove nella direzione contraria rispetto a quello che uno potrebbe aspettarsi da G: non si basa infatti sullo spidering ed indexing degli annunci posti su altri siti (attività che ne incrementerebbe il traffico, con soddisfazione per i relativi editori), bensì sul portare gli utenti ad inserire direttamente i loro contenuti su Google, e trattenendo gli utenti sulle pagine di Google.
Quindi, di fatto, G "ruberà" traffico ai siti di contenuti e li costringerà ad investire maggiormente in link sponsorizzati per riguadagnare quell'attenzione che "big G" ha sottratto ai loro utenti. Immaginatevi, in questa situazione, chi farà i salti di gioia e chi no.

Una delle domande che, di fronte a Google Base, è inevitabile porsi è: in un'epoca in cui molti di noi vorrebbero una giornata di 48 ore visto che 24 ormai ci stanno strette, avremo il tempo di andare su Google Base a compilare tutti i campi necessari per inserire le nostre informazioni?
Se è vero, ad esempio, che si parla tanto dell'impressionante numero di blog che vengono creati quotidianamente, meno risalto ha l'altrettanto elevato numero di blog che vengono abbandonati per mancanza di tempo/interesse per tenerli aggiornati.

Google Base, quindi, potrebbe essere un'altra tremenda opportunità per le agenzie SEM ;-)

PS: Google Base ha fatto passare in secondo piano un'altra operazione di Google, l'investimento di 350.000 Us$ per sviluppare i progetti di software open source di due università statunitensi; indirettamente, un'altra "frecciatina" a Microsoft.

The Search: come Google ha cambiato la nostra vita
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: Recensioni | Data: Mercoledì, 26 Ottobre 2005 

the_search.jpgQuesta recensione di The Search, di John Battelle è ferma da un po' a causa del poco tempo per postare degli ultimi giorni. Comunque mi è rimasto impresso in maniera sufficiente per scriverne una seppur breve recensione.

Devo dire che John Battelle sa scrivere, come già sa chi legge il suo blog.
Il libro parte dagli albori del search, descrivendo in maniera aneddotica e piacevole la nascita dei maggiori search engine.
Battelle si crogiola un po' nel suo ruolo di interlocutore privilegiato dei pionieri della Silicon Valley, ma devo dire che alcune interviste a alcuni episodi sono davvero interessanti e curiosi. Alcune li avevo sentiti ma molti sono nuovi per me ed hanno contribuito a rendere più appassionante tutta la storia.

In seguito vengono presi in considerazione tutti gli aspetti del search: quello sociale, quello "politico" (in particolare per la questione Cina), quello legale (privacy), ovviamente quello business. In particolare quest'ultimo aspetto mi ha rivelato tante cose, come per esempio chi ha inventato il modello del keyword advertising e in generale il pay-per-performance.

In definitiva posso affremare che si tratta di un libro utile, interessante, dettagliato, ma anche appassionante e per alcuni aspetti illuminante.
Lo consiglio a tutti quelli che si occupano di motori diricerca ma anche e forse soprattutto a chi non ne sa molto e vuole avvicinarsi all'argomento o semplicemente ha interesse per il web.

Concordo con John Battelle: la ricerca sul web ha cambiato la nostra vita e il nostro modo di rapportarci all'informazione e in generale ai media.
Chiaramente la maggior parte del libro è dedicata a Google, visto il ruolo che ha in questo momento. L'epopea di Larry e Sergej è narrata con dovizia di particolari e senza risparmiare critiche, ed è accompagnata da numerosi riferimenti al "terzo incomodo" Eric Schimdt.

Curiosità: ma voi lo sapevate che il PageRank deve il nome a Larry Page e non alla pagina web? Sono l'unico a non averci pensato?

Il libro è disponibile su a Amazon!

Il costo dei blog
Autore: Maurizio Goetz | Categoria: Pensieri Laterali | Data: Lunedì, 24 Ottobre 2005 

Dei vantaggi che le aziende possono trarre dai blog abbiamo abbondantemente scritto.

Per andare un po' controccorrente, riporto l'articolo di AdAge.com che avrebbe calcolato in 551.000 anni (commerciali), l'ammontare totale del tempo sprecato nell'anno 2005 da oltre 35.000 dipendenti delle aziende americane per visitare i blog.

Queste sono le classiche notizie di tipo sensazionalistico che non offrono alcun valore al lettore. Si potrebbe calcolare l'ammontare del tempo perso davanti alla macchinetta del caffè, o al bagno o a visitare siti di diversa natura. Mi sembra di tornare indietro alla demonizzazione di internet come luogo di pedofili e pornografi.

Siamo sicuri che eliminando i blog, tornerà la voglia di lavorare?

ERRATA CORRIGE: Per una svista mi sono saltati tre zero, leggasi 35 milioni di impiegati

Il Tryvertising è una strategia innovativa o solamente un nuovo termine da ricordare?
Autore: Simone.Lovati | Categoria: Advertising | Data: Lunedì, 24 Ottobre 2005 

tryvertising.jpgNegli ultimi mesi ho sentito più volte parlare di "tryvertising", un termine che deriva dall'unione di due parole try+advertising e definisce una strategia pubblicitaria basata sulla prova del prodotto prima dell'acquisto.

Ora la vera novità, al di là del nome, non è tanto quella del provare il prodotto (o il servizio) per decidere se poi acquistare o meno.
Basti pensare all'acquisto online di software e alle trial version o alla in-store promotion, ai campioni di profumi e alle tazzine di caffè che qualche volta "scrocchiamo" al supermercato.

L'innovazione sta nel proporre tale prova per prodotti diversi da quelli abituali e in momenti o in luoghi particolari in grado di amplificarne il valore, facendo "sentire" al consumatore una brand experience ancora prima di possedere il bene.

Come vi dicevo se la novità fosse (come ho letto su alcuni blog ed anche su un paio di riviste) che "...il tryvertising permette di testare un prodotto prima di acquistarlo...", sarebbe solo un termine nuovo da ricordare, niente più! ;)

Ad esempio, quello che Nike ha proposto a Vancouver è qualcosa di differente, il "test drive" non è solo l'applicazione della prova pre-acqusito per un prodotto diverso: le scarpe da running. La strategia innovativa sta nel proporre tale test in occasione della maratona di Vancouver, ossia in un momento di massima concentrazione e sensibilità del target.

Stessa cosa vale per un altro degli esempi classici di "tryvertising", un pacchetto nato dalla collaborazione di Mercedes-Benz e Ritz-Carlton, denominato Key to Luxury, con il quale il cliente Ritz-Carlton può alloggiare in una suite dell'hotel ed avere a disposizione un Mercedes SL con il pieno di benzina ogni giorno!
Ciò che ha reso un successo questa iniziativa (Mercedes dichiara ottimi risultati al riguardo) è il fatto di legare la "prova" dell'auto all'esperienza vissuta nel soggiorno al Ritz-Carlton.

E' questa la strategia innovativa, d'altronde il fatto di testare un'auto prima di comprarla non sarebbe certo una novità...di concessionari con "le porte aperte" ce ne sono ogni weekend!

I nuovi schermi digitali
Autore: Maurizio Goetz | Categoria: TV Digitale | Data: Venerdì, 21 Ottobre 2005 

hannspree_b2.jpg

Ed io che pensavo che gli schermi al plasma, gli LCD e quelli a retroproiezione fossero prodotti tecnologici.

Hannspree, ritiene invece che debbano essere considerati prodotti di moda.

Volete una tv a forma di mucca, di mela o con le sembianze di un fiore? Sarete accontentati. Sul sito potrete vedere le nuove collezioni, che sono sicuro, piacerebbero tanto ad Elio Fiorucci.

Mi avevano avvertito che con l'avvento della televisioni digitali tante cose sarebbero cambiate, ma non mi aspettavo proprio questo, altro che iPod.

AperitIMlog
Autore: Redazione | Categoria: Social Network | Data: Giovedì, 20 Ottobre 2005 

clancafe.jpgPer cercare di accontentare un po' tutti, abbiamo fissato come data per il primo AperitIMlog giovedì 20 ottobre alle 19:30. Il locale che ci ospiterà sarà il Clan Café di Milano. Avremo a disposizione uno spazio riservato e il primo giro sarà offerto dalla redazione (fino ad esaurimento scorte :)).
Se possibile, i prossimi incontri cercheremo di organizzarli in un'altra città.

Per avere un'idea di quanti saremo RSVP nei commenti di questo post.

Ci vediamo questa sera.
Aggiornamento: link alle foto della serata.

Convergenza ?
Autore: Enrico.Bianchessi | Categoria: Media | Data: Giovedì, 20 Ottobre 2005 

Segnalo questo articolo che ho trovato sul sito Reuters. L'argomento è la convergenza video su iPod e le conseguenze per il mondo della pubblicità. Personalmente ho due considerazioni di partenza.
1. Mi sfugge come sia possibile pensare di guardarsi un telefilm su uno schermo, sia pure splendido, di quelle dimensioni. Mi spiace, ma la convergenza non può essere questa.
2. E' tempo che le aziende invece di inseguire disperatamente i consumatori su tutti i nuovi media con la pubblicità tradizionale (che al di la' della tecnologia rimane tradizionale nella sostanza) , si accorgano che per comunicare con i loro pubblici esistono altre modalità/modelli.
Che ne pensate?

Il DVR: le prospettive di fruizione
Autore: Maurizio Goetz | Categoria: TV Digitale | Data: Mercoledì, 19 Ottobre 2005 

Uno studio congiunto di Douglas A. Ferguson del College of Charleston e di Elizabeth M. Perse dell’Università del Delaware ha analizzato negli Stati Uniti il comportamento di fruizione dei programmi televisivi da parte degli “early adopters” di tecnologie di DVR.

Come risulta dallo studio di Ferguson e Perse, il concetto di tempo reale assume con il DVR un nuovo valore. La maggior parte degli utenti del campione dello studio dei due ricercatori, ha espresso grande apprezzamento dalla possibilità che questa tecnologia offre agli spettatori di esercitare un controllo attivo sui programmi visti in televisione indipendentemente dalla loro messa in onda.

La funzione di time shifting è particolarmente utile perché consente di vedere un programma live con i vantaggi di uno registrato, potendolo interrompere, rivedere o evitare di vedere la pubblicità. Un’altra funzione ritenuta molto utile ed aggiuntiva rispetto al videoregistratore analogico è la funzione di guida ai programmi. Tivo e Replay Tv hanno due tipi di menu: 1) l’IPG (Interactive Program Guide) che è un indice di informazioni su programmi, organizzate in ordine alfabetico o per genere e per orario di trasmissione 2) l’EPG (Electronic Program Guide), che attraverso un interfaccia in”overlay” ne permette la consultazione durante la visione in diretta di un programma.


Ogni DVR è collegato ad un database centrale che consente l’aggiornamento regolare delle guide dei programmi. Entrambi i sistemi permettono di decidere: a) quali programmi registrare, b) per quanto tempo mantenere i contenuti registrati sull’hard disk, c) che tipo di qualità video si vuole avere per ogni programma, in quanto ciò ha un impatto diretto sulla diversa occupazione di memoria, d) le modalità di registrazione automatica di un programma ripetuto (serie tv), indipendentemente da un eventuale cambiamento della messa in onda. e) la gestione della cancellazione automatica dei contenuti registrati sull’hard disk, per cui se un programma ad esempio non viene visto entro due giorni dalla registrazione, esso viene cancellato automaticamente.

L’obiettivo che Ferguson e Perse si sono posti impostando la ricerca, è il tentativo di comprendere se le diverse funzioni del DVR sono in grado di modificare i comportamenti degli spettatori. In particolare lo studio ha posto ai membri del campione diverse domande per analizzare quanto e quali funzioni gli utenti di TIVO e ReplayTv utilizzino maggiormente, per verificare se il DVR costituisce un mero rimpiazzo del videoregistratore analogico o se vi sono cambiamenti di comportamento di fruizione dati dalle nuove funzionalità del device e per comprendere se il suo utilizzo può aumentare i benefici di una visione di un programma in diretta.

Il campione rappresentato per la maggioranza da utenti maschi, di livello di istruzione medio alta, ha evidenziato che gli utenti di DVR guardano in media più televisione rispetto agli adulti che non fanno uso di questa tecnologia.

Tra le funzioni maggiormente apprezzate in ordine decrescente vi sono: la possibilità di bypassare la pubblicità, quella di registrare i programmi quando non si è davanti allo schermo, la guida per sapere cosa registrare (anche quando si sta guardando un altro programma), la possibilità di registrare programmi live da vedere in differita e quella di utilizzare il tasto di avanzamento veloce per scorrere le parti di programma meno interessanti ed infine la funzione di autoapprendimento dell’EPG che in base alle preferenze di visione degli utenti, suggerisce i programmi che hanno maggiormente i requisiti per interessare gli spettatori.
Tra le funzioni meno utilizzate vi è la moviola, funzione già presente nei videoregistratori analogici.

Il DVR sembra quindi rimpiazzare il videoregistratore analogico poiché viene utilizzato principalmente per registrare i programmi che non si riescono a vedere, ma è la facilità di registrazione a fare la differenza. Raramente i contenuti registrati vengono trasferiti su supporti permanenti e i programmi registrati vengono spesso cancellati per liberare lo spazio sull’hard disk.

Da un punto di vista dell’esperienza di visione, gli utenti di DVR si sentono più “in control”, fanno meno zapping e quindi ritengono di avere un’esperienza migliore e più piacevole di fruizione dei programmi televisivi. L’ausilio della guida intelligente viene ritenuto importante per l’esperienza di registrazione delle trasmissioni televisive, ma è la possibilità di interrompere la visione di un programma in diretta la funzione che viene percepita essere differenziale rispetto ad una visione tradizionale della tv.

Per il nostro Paese, resta da vedere se e quali tipi di DVR verranno introdotti (stand alone o inseriti in un decoder), se mySky dovesse avere un buon successo di mercato.

La partita è tutta da giocare.

Una esterna da portarsi via
Autore: M. Bancora | Categoria: Advertising | Data: Martedì, 18 Ottobre 2005 

Di passaggio a Milano mi sono imbattutto in questa "audace" esterna di Zuritel.it, una compagnia di assicurazione online, che ha predisposto dei post-it appiccicati sui propri manifesti, in cui si invita il pubblico a sottoscrivere una nuova polizza auto attraverso un numero verde o il sito internet.

I post-it erano ovviamente sparsi dappertutto all'interno della stazione della metropolitana, mi auguro che Zuritel abbia predisposto anche un servizio di pulizia. La particolarità dell'iniziativa sta nel fatto che nelle carrozze ho poi trovato gli stessi post-it appiccicati un po' ovunque dalle persone che li avevano precedentemente staccati dal poster: un ottimo sistema di auto-promozione del brand a costo zero.

Weblog usability
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: Avvistamenti | Data: Martedì, 18 Ottobre 2005 

Il caro vecchio Jakob Nielsen ha dedicato il suo ultimo Alertbox ai blog, in particolare focalizzandosi ovviamente sugli errori :)

"Weblog Usability: The Top Ten Design Mistakes"

Come al solito alcune cose sono condivisibili altre un po' eccessive, ma io personalmente non mi perdo un Alertbox. Buona lettura!

L'innovazione non serve a nulla
Autore: Maurizio Goetz | Categoria: Avvistamenti | Data: Sabato, 15 Ottobre 2005 

I titoli provocatori sono molto pericolosi, soprattutto quando provengono da blasonate società di consulenza. Mi riferisco a questo studio di Booz Allen Hamilton, ripreso anche qui, che se letto superficialmente indurrebbe le aziende a pensare che i denari investiti in ricerca e sviluppo siano gettati al vento.

Un conto è voler far colpo per ottenere copertura mediatica, ma sappiamo molto bene che sono pochissimi a leggere le ricerche fino in fondo.

Si investe ancora troppo poco in ricerca e sviluppo e questi titoli ad effetto, non rendono un buon servizio allo sviluppo tecnologico. Il mio invito è quello di scegliere con maggiore attenzione titoli e descrizioni delle ricerche, perché spesso sono le uniche cose che vengono lette.

Ben Hammersley a Milano
Autore: M. Bancora | Categoria: Eventi | Data: Venerdì, 14 Ottobre 2005 

ben.jpgCon Matteo ci siamo ritrovati alla libreria Hoepli di Milano ad assistere alla conferenza di Ben Hammersley che aveva come tema "RSS Feed ed il Futuro dei Media".

Dopo un ottimo panzerotto di Biffi, divorato con la fame di una intensa giornata di lavoro, ci siamo seduti tra i numerosi ascoltatori. Ben ha affrontato una serie di temi che abbiamo approfondito diverse volte su IMlog: dai benefici degli RSS, all'evoluzione della televisione rispetto al concetto di "long tail"; le implicazioni del web 2.0 e l'evoluzione dei siti: dal portale all'auto-determinazione del contenuto attraverso gli RSS.

Rispetto alla fase esplicativa dell'incontro, sia io sia Matteo abbiamo apprezzato la parte interattiva, in cui Ben, tra le diverse domande, ha suggerito al pubblico il modo in cui gli editori dovrebbero cavalcare la "long tail" per ottenere un ritorno: dimenticarsi della parte generalista e quindi della sezione iniziale della coda, e concentrarsi sulla seconda sezione offrendo servizi a pagamento per usufruire di contenuto molto specifico. Per esempio fornire a pagamento un servizio che consenta di leggere tutti gli articoli di un quotidiano che abbiano una certa attinenza con il nome di un'azienda o di un termine.

Per finire tre suggerimenti di Ben per evitare di commettere errori in questo nuovo scenario:

- provide tools, not products
- open your data for reuse
- trust your users

Dal blog al libro
Autore: Maurizio Goetz | Categoria: Avvistamenti | Data: Mercoledì, 12 Ottobre 2005 

Come molti sanno, nell'ottobre del 2004, Chris Anderson, Chief Editor della rivista Wired, ha pubblicato un innovativo articolo dal titolo: The Long Tail.

L'accoglienza strepitosa da parte del mondo digitale della nuova filosofia della lunga coda, ha convinto Chris a pubblicare un blog con l'obiettivo di sviluppare un modello teorico intorno a questa idea.

Nel lungo periodo The Long Tail si trasformerà in un libro che verrà progettato soprattutto con il contributo dei commenti, dei suggerimenti e dalle estensioni alla teoria da parte della blogosfera, una sorta di libro collettivo.

BBC News
riporta la notizia della decisione da parte di Blooker Prize di indire un premio specifico per libri (nelle categorie fiction, non fiction e comics) che si basano su blog o siti internet.

Si potrà ora parlare di cultura dei blog?

Update: ne parla anche il Corriere

Baby Boomers: la 'nuova' frontiera del marketing
Autore: Jacopo.Gonzales | Categoria: Marketing | Data: Martedì, 11 Ottobre 2005 

Quest'anno circa metà dei Baby Boomers avrà 50 anni e più ("Baby Boomers" vengono comunemente definiti i nati tra il 1946 e il 1964, periodo in cui al boom economico seguì un aumento esponenziale delle nascite).
Secondo previsioni questi "senior" spenderanno 2 mila miliardi di dollari all'anno in beni di consumo e servizi.
Di questi sono stati, sin dalla nascita, il forte motore economico rimanendo uno dei più vasti ed importanti gruppi demografici d’America.

I Boomer hanno sempre ottenuto qualunque cosa volessero, senza però stabilire particolari standard o abitudini d'acquisto immutabili quando si parla di consumo.
Anzi sono sempre alla ricerca di prodotti migliori. Da sempre sperimentano prodotti e servizi e si divertono nel provare cose nuove.

Ma la vita adesso sta cambiando per loro che hanno raggiunto la soglia dei 50 anni ed oltre.

Fino ad oggi i marketer hanno seguito una di queste due strade:
1] li hanno ignorati del tutto come interessante fascia di mercato, focalizzando l’attenzione solo sugli appartenenti alla fascia d'età 18-49 anni
2] oppure li hanno targettizzati in modo improprio, ammassando tutti
gli over 50 nel segmento del "mature market", pregno di pubblicità inerente "adulti attivi" dai capelli grigi che conducono "vite attive".

Oggi i tempi sono cambiati e nessuna delle su citate strategie funzionerebbe più.

Non è più possibile ignorare i Boomer. Solo negli Stati Uniti sono circa 78
milioni, mentre in Italia la cifra si aggira intorno ai 15 milioni). C'é
semplicemente "troppo" denaro nelle loro mani per poter far finta di niente.
Inoltre l’approccio a livello di marketing non può essere lo stesso adottato per le generazioni di over 50 che li hanno preceduti, in quanto i baby boomer pensano, agiscono e sentono in modo del tutto diverso.

La vita è diversa a 50 anni. Almeno lo è stata per le generazioni precedenti. Per i boomer, comunque, la vita rimane un qualcosa che deve continuare ad offrire molte esperienze, e va vissuta non solo bene, ma meglio!

Le loro priorità quindi non sono necessariamente nuove, ma anche una rivisitazione di quelle esistenti rimesse a fuoco con l’esperienza di un 50enne.

Per i baby boomer il tempo è sicuramente trascorso, sono cresciuti, ma state tranquilli, loro non si comporteranno da "vecchi" nè tantomeno questo sarà il loro modo di percepire o vivere la vita. I Boomer mantengono ancora la stessa forma mentis che li ha contraddistinti sin dall’inizio: il sentirsi giovani.

Si vedono più giovani di 10-20 anni. Non pensano a loro come persone di una certa età che "pensano giovane", ma come persone giovani con qualche ruga e capello grigio. Cominceranno a vedersi vecchi quando avranno 70 anni.

Fino ad allora, la generazione ribattezzata dagli americani come "ME Generation" sarà indirizzata all'acquisto dal proprio modo di pensare e sentire, dopo tutto non c’e’ investimento migliore e più soddisfacente che quello fatto per sé stessi.
Per i marketer, l'implicazione principale è rappresentata dal fatto che i baby boomers vogliono apparire e sentirsi giovani, in salute, vitali e sexy.
L'unica loro meta è il vivere il più a lungo possibile, nel modo migliore possibile, provando con tenacia ed anzi raddoppiando gli sforzi nei confronti di tutti gli eventuali ostacoli. I boomer vogliono dimostrare che l'età non è sinonimo di debolezza e con il loro stile di vita elevato ci stanno riuscendo.

La maggior parte dei Boomer possiede una casa di proprietà, ha estinto o sta per estinguere il mutuo relativo alla prima casa, di conseguenza hanno risorse sufficienti per ristrutturarla, ingrandirla o comprarne una nuova.
Una previsione dell’American Demographics sottolinea come i baby boomer americani acquisteranno un milione di abitazioni ad uso di seconda casa entro il 2010. Questo significa che questa fascia socio-demografica rappresenterà una grossa fetta nel segmento dei big spender nel corso dei prossimi anni.

Inoltre da sempre i baby boomer hanno dedicato molto tempo a sé stessi (tanto da poter essere considerata come una loro peculiarità) e certo quest’abitudine è ben lontana dal cambiamento, tanto che sono alla continua ricerca di tutto ciò che è empiricamente sinonimo del godersi la vita e di riduzione dello stress, come cene in ristoranti di classe, viaggi costosi, tecnologia, automobili etc…

In fin dei conti hanno soldi da spendere e li vogliono spendere ragione in
più per non ignorare questo target!

Web 2.0
Autore: Maurizio Goetz | Categoria: Avvistamenti | Data: Lunedì, 10 Ottobre 2005 

Si parla molto in questo ultimo periodo di Web 2.0, non si tratta di un nuovo protocollo, di una release di un software, ma di un termine utilizzato per descrivere un nuovo modo di intendere e di utilizzare la rete grazie allo sviluppo di una molteciplità di applicazioni che sono già state lanciate e che lo saranno nei prossimi mesi e che contribuiranno a modificare la morfologia della rete.

Tim O' Reilly ha cercato sul suo sito di delinearne alcune caratteristiche creando anche un grafico che ne sintetizza i concetti base.

Siamo naturalmente ancora a livello di brainstorming. Robin Good ha pubblicato una mini guida al web 2.0 di cui raccomando caldamente la lettura.

E' prevedibile nei prossimi mesi una moltiplicazione di conferenze anche nel nostro Paese e di articoli e blog che si prefiggono di comprendere le potenzialità della nuova rete, che si sta riprogettando sotto i nostri occhi. Come al solito, lo sviluppo tecnologico è più veloce della nostra capacità di razionalizzazione.

Per coloro che si occupano di editoria, di marketing e di comunicazione, si tratta di ripensare il modo in cui progettare l'informazione poiché possiamo già intuire dei cambiamenti epocali:

a) il contenuto sarà completamente svincolato dalla sua rappresentazione

b) l'informazione verrà aggregata e riaggregata secondo i bisogni degli utenti e sarà fruibile su diverse piattaforme di distribuzione, utilizzando diversi device

c) oltre alla capacità di comunicare in nuovi ambienti, si dovrà anche imparare a gestire nuove dinamiche relazionali di tipo peer to peer

d) la comunicazione diverrà sempre più flessibile e adattata ai contesti ed ai comportamenti di fruizione

e) si assisterà ad un aumento di nuovi contenuti creati oltre che a diverse nuove modalità di ricombinazione di vecchi contenuti che renderanno obsoleti i tradizionali concetti di protezione dei diritti e di digital right management.

f) con grande probabilità cadrà la distinzione tra contenuti caldi e contenuti freddi, i cui confini diventeranno sempre più labili

g) si progetteranno i metadati con la stessa cura con cui verranno costruiti i contenuti


Questo è solo l'inizio di un grande cambiamento di cui non riusciamo nemmeno ad intuirne i contorni.
Sarebbe pertanto importante cominciare a pensarci se vogliamo che il nostro Paese non continui ad essere la Cenerentola dell'innovazione.

Io non cambio, resto su Bloglines
Autore: M. Bancora | Categoria: Tool | Data: Lunedì, 10 Ottobre 2005 

Google ha lanciato un nuovo lettore di RSS via web, si chiama Reader. La prima impressione non è positiva: la filosofia adottata non è quella che preferisco. Il blog su cui è ospitato il post viene, secondo me, prima del post stesso; per cui preferisco navigare i blog cui sono abbonato e non le notizie dei blog cui sono abbonato. Io per ora non cambio, resto su Bloglines. Finalmente in Google non hanno sfornato un bel prodotto :).

'892892: Sfida al primo minuto'. Strategia pensata o tattica di recupero?
Autore: Simone.Lovati | Categoria: Advertising | Data: Sabato, 8 Ottobre 2005 


A inizio Settembre Matteo B. pubblica un bel post sulla campagna 892892: Il numero? Che numero?.

Si scatenano i commenti sull'efficacia e sulla poca trasparenza della comunicazione.

Oggi qualcosa è cambiato!
Pur continuando a pianificare spot televisivi simili a quelli iniziali, Infonxx ha lanciato una campagna web (io l'ho ricevuta su una newsletter qualche giorno fà) in cui punta sul pricing e sulla qualità del servizio!

Secondo voi la mossa era già pensata nella strategia iniziale o stanno cercando di recuperare il terreno perso con Telecom e amici?

Il mio commento allora era stato:

..ora nessuno nega i risultati ottenuti dal punto di vista della memorizzazione del numero. L'effetto dello spot è stato virale, aiutato in parte dal fatto che inizialmente non si capiva neanche cos'era e da una pianificazione veramente massiccia.

Ma alla lunga funzionerà? La confusione "cercata" con Telecom è veramente una genialata come dice Andrea?
Secondo me no e vi spiego perchè non condivido la strategia: oggi il numero è ampiamente diffuso, ma non ne è ancora diffusamente utilizzato (è il 12 ancora a regnare sovrano). L'effetto virale che ne ha garantito la veloce memorizzazione sta altrettanto velocemente inquinandone l'immagine! Questo post ne è la prova.

La pubblicità per essere efficace non deve solo far ricordare un servizio, deve far associare ad esso dei valori positivi.
Beh oggi 892 892 viene associato sempre più con prezzi "stratosferici", strategia "truffaldina", "poca trasparenza"...etc, nascondendo i valori che contraddistinguono il servizio Infoxx, (tra i numeri uno al mondo nel reperire i numeri con pochi dati a disposizione), ma soprattutto facendo passare inosservati a tutti i prezzi dei competitor "corretti", Telecom in testa!!!

..ecco la risposta di Infonxx!

Blogging platforms: chi manca all'appello?
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: Web Marketing | Data: Venerdì, 7 Ottobre 2005 

Dopo l'acquisto di Weblogs Inc. da parte di AOL, per circa 35 milioni di dollari, si conferma un trend iniziato con l'acquisizione di Blogger da parte di Google.

Ricapitoliamo: Google ha Blogger, MSN ha la propria piattaforma (vabbè), ASK ha Bloglines (ok, non è la stessa cosa ma è comunque nel settore), AOL ha Weblogs Inc.
All'appello mancano Yahoo! e eBay, anche se quest'ultima probabilmente è la meno interessata nel breve periodo.
Si muoveranno presto anche loro? Ci sono rumors al riguardo?

Ciò che sicuramente si evince è che anche il blogging, in un modo o nell'altro, si sta avviando a diventare strategico a livello di business, anche se le possibili integrazioni sono ancora abbastanza fuzzy.


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