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Sommare pere e mele fa bene al business?
Autore: Matteo.Balzani | Categoria: Web Marketing | Data: Mercoledì, 1 Giugno 2005 

symantec_lastminute.jpgIn questi giorni mi sono imbattuto in una promozione (pubblicizzata anche con skyscraper su Repubblica.it) in co-branding Symantec-Lastminute: 100 € di sconto su un pacchetto vacanza a fronte dell'acquisto di un software antivirus.
Bello il claim ("Il viaggio è scontato, la meta no"), bella la grafica, bello tutto. Ma mi chiedo: ha senso?

Quello che mi lascia perplesso è l'associazione tra due prodotti così diversi e slegati tra loro.

E' vero che chiunque usi un PC ha bisogno di un antivirus e che le vacanze sono uno dei prodotti meno di nicchia immaginabili, ma davvero quello che mi fa decidere di acquistare l'antivirus può essere uno sconto, e nemmeno fantasmagorico, per un viaggio?
A meno che l'obiettivo sia non un incremento del fatturato quanto la fidelizzazione del cliente: tu, che avresti comunque comprato il mio antivirus, hai come regalo 100 euro di sconto, e sei un cliente più che soddisfatto.
Ma allora forse avrebbe avuto più senso un concorso con un premio in palio, invece che un regalo subordinato ad un ulteriore acquisto.

Symantec sta promuovendo pesantemente questa iniziativa anche sul proprio sito ma a mio modo di vedere è LastMinute soprattutto ad averne un vantaggio sia di immagine sia eventualmente economico.

Il fatto che esistano tante altre promozioni simili (mi viene in mente quella di ING Direct su Mediaworld e su ePlaza che regala un buono acquisto a fronte delle sottoscrizione del Conto Arancio), mi fa pensare che funzionino, ma mi piacerebbe avere qualche dato in merito.

Commenti

Credo che Giuseppe abbia assolutamente ragione nel mettere in guardia contro certe "tentazioni" di mettere in palio "bidonate" (spacciate per favolosi premi)tanto per attirare i consumatori: è un atteggiamento boomerang pericolosissimo.

Riguardo la logica che sta dietro queste operazioni, credo che bisognerebbe forse distinguere e valutare in modo diverso operazioni promozionali generiche e operazioni di co-marketing "in senso stretto." Teoricamente l'efficacia di queste ultime dovrebbe essere superiore, perchè l'operazione lega in modo "forte" la fruizione dei prodotti di entrambi i player coinvolti (esempi banali: il produttore di macchine fotografiche digitali e quello di software per la gestione delle immagini piuttosto che quello di stampanti; costumi ad bagno e creme solari, e via così) Ma è veramente così ? O in realtà basta che sia una oggetto trendy che costa poco e tutto funziona perfettamente ?

Inviato da: Enrico Bianchessi @ 07.06.05 10:03

Gianluca,
hai perfettamente ragione, ma seguendo questo modo di lavorare ci si espone ad un grosso rischio di immagine.

Ricordo di un azienda che associava alla vendita di prodotti informatici settimane vacanza nel sud italia.

I pacchetti erano acquistati ad un costo davvero ridicolo, ma si è scoperto solo dopo l'inizio della promozione che non si trattava di alberghi ma di affittacamere...

Puoi immaginare come hanno reagito i clienti :)

Inviato da: Giuseppe Mayer @ 06.06.05 18:17

mesi fa un mio amico, resp. comm.le di una nota azienda di liquori, mi disse che un 'bundle' apparentemente assurdo, come quello che avevano tentato, tra un liquore e un paio di occhiali da sole di marca aveva prodotto un balzo inaspettato delle vendite.
'Perchè -chiesi io- avete scelto proprio gli occhiali?'
'Perchè -rispose lui- ce li hanno venduti a meno di un euro a paio...'
Da allora penso sempre che dietro a questi accordi ci siano casualità rimanenze, e sconti ;-)
ciao
gianluca

Inviato da: [mini]marketing @ 06.06.05 16:59

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