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La censura è iniziata
Autore: M. Bancora | Categoria: Pensieri Laterali | Data: Lunedì, 30 Gennaio 2006 

censura.jpgQuesta storia delle blacklist si sta propagando. Pare che Sky abbia innescato un nuovo fenomeno prima sconosciuto al grande pubblico: Coolstreaming.it (che ora trovate sotto il dominio .us). Questo sito consente di connettersi a dei server sparsi in tutto il mondo e di assistere con diversi secondi di ritardo alle partite di quasi tutti i campionati di calcio, tra cui la Serie A italiana. La qualità non è certo ottimale, ma per un certo pubblico può bastare.

Inutile ricordare che anche questo è un fenomeno difficilmente arrestabile e che troverà nuova linfa su qualche altro server, sotto un altro dominio, in un'altra nazione. Ho come l'impressione che in qualche ufficio dell'amministrazione pubblica qualcuno abbia scoperto le blacklist e che pensi che sia possibile censurare l'accesso ai siti internet come se fossimo in Cina. Ma oltre ai blogger chi ne sta parlando? La Stampa e basta?

Commenti

Ne parla anche BeppeGrillo.it nel suo Blog

Inviato da: Marco Bottigliero @ 31.01.06 04:14

Grazie Massimo, a posto ora.

Inviato da: M. Bancora @ 30.01.06 12:42

segnalo che c'è un errore (un " di troppo) nell'url all'articolo de La Stampa.

Inviato da: Massimo Moruzzi @ 30.01.06 12:11

Ciao, qualche giorno fa ne scrissi qua. Credo che il problema stia molto come dice simone, nella legge del più forte, ma gioca un buon ruolo anche l'ignoranza.

Inviato da: Matteo Balocco @ 30.01.06 11:34

la cosa è leggermente diversa.
i server rimangono dove sono perchè sono legittimi, si tratta della televisione cinese che ha i diritti per la trasmissione delle partite e che li trasmette anche via internet (legalmente). coolstreaming in realtà non faceva nulla se non scrivere l'indirizzo della tv cinese. classico caso di barriera che cade.
il problema è che nel vuoto legislativo che è internet, la legge del più forte impera. vedi il caso Armani.it.

Inviato da: simone @ 30.01.06 11:25

Internet non può essere regolamentate localmente.
Internet è sininimo di libertà reale perchè garantisce l'accesso all'informazione e alla controinformazione permettendo di creare opinioni (a parte la Cina, dove anche il buon Google di recente si è piegato alle regole della censura).
Internet è globale e ci insegna (obbligandoci) a guardare al di là del nostro orticello.
"L'informazione attraverso Internet è al 43% (di cui 17% abitualmente)" Indagine Isimm Ricerche 2006 .
Se i siti fossero uomini le blacklist esisterebbero gia in internet come esistono ad es. nella tv. Ma in rete, morto un sito ne nasce un altro...

Perchè allora gli stati-orticello e le company dovrebbero parlarcene? E' evidente che attualmente entrambe hanno il cittadino come un mezzo, non come un fine...

Inviato da: Andrea Cappello @ 30.01.06 10:49

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