E’ quasi commovente vedere che il “vecchio” Jackob Nielsen, nel suo ultimo Alertbox abbia ancora voglia di parlare di dettagli come il colore dei visited links.
Sia chiaro, io sono un suo fan e, in quanto pignolissimo e pedanta fanatico dei dettagli, credo che alla fine abbia assolutamente ragione. Il fatto comunque che guadagni centinaia di migliaia di dollari per spiegare questi aspetti della comunicazione via web è un indicatore del fatto che abbia ragione molto più attendibile della mia opinione.

Quello che mi viene da chiedermi però è se veramente l’usabilità sia mai stata al centro dei pensieri delle aziende, delle web agencies e di tutti quelli che in un modo o nell’altro intendono comunicare, vendere, o fare qualsiasi altra attività utilizzando la rete.
Ovviamente il dubbio mi viene soprattutto perchè quotidianamente ho a che fare, per lavoro o per diletto, con siti davvero imbarazzanti, che non solo non rispettano le regola basilari dell’usabilità ma le sovvertono completamente: frames, flash inutili, javascript ingiustificati, colorazioni assurde.
Non starò a citare esempi, perchè ognuno di noi può facilmente trovare almeno 3 siti adatti senza difficoltà. Quello che maggiormente mi stupisce è che sono spesso i siti di grandi aziende, addirittura di aziende che utilizzano il web come canale primario, a mostrare i difetti più macroscopici e grossolani. In un precedente post ho citato una ricerca sulla credibilità di un sito web che non dava adito a dubbi riguardo all’importanza dell’usabilità: i primi due parametri di giudizio degli utenti per valutare il sito di un’azienda sono il design e la struttura delle informazioni.

Si dice spesso che per fare una cosa fatta bene ci vuole lo stesso tempo che per fare una cosa fatta male: io non sono particolarmente d’accordo con questo adagio, ma sono profondamente convinto che il tempo speso per fare un sito usabile e fruibile da parte degli utenti sia tempo speso bene e necessario, e soprattutto tempo che poi verrà ripagato dall’apprezzamento degli utenti.

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