Quando vennero lanciati i formati pop-up, alle origini del web advertising italiano, mi ricordo che ci furono - oltre alle naturali espressioni di fastidio degli utenti comuni - anche gli scetticismi da parte di alcuni professionisti.
Oggi i formati come pop-up, pop-under, e overlayer (i più invasivi) sono accettati da media planner e inserzionisti, nonostante le caratteristiche di invasività siano ancora ben presenti.


Per quanto questi formati siano maggiormente impattanti, non si tiene conto che questo maggior impatto porta un disagio all’utente finale; detto in altri termini, con questi formati è più facile evitare di passare inosservati (ci si fa facilmente notare da chi è interessato al nostro messaggio) ma è anche più facile creare un fastidio a coloro che invece al messaggio non sono interessati; questo avviene perchè il web advertising, nella sua espressione “tabellare” non ha certo risolto i problemi di dispersione del messaggio tipici dei media generalisti.

L’unico tipo di pop-under che, nella mia esperienza, ha senso, è quello pubblicato su siti estremamente in target (profilato, quando l’editore lo consente) e costituito da componenti interattive, ad esempio form di richiesta informazioni, come quelli che sta usando Cepu o come quelli che usano alcune finanziarie (ad es. Prometeo) quando inseriscono nel formato pubblicitario un form per stimare le rate di un finanziamento.

Sono quindi molto d’accordo con le politiche dichiarate dagli agenti di Virgilio Advertising quando hanno presentato, nell’agenzia dove lavoro, il re-branding del loro portale: i pop-under in home page andranno gradualmente a diminuire, fino a sparire.

Penso che a fianco di argomenti quali Web 2.0 e altre tematiche che affascinano molto (ma sono di là dall’affermarsi), si debba anche parlare di queste tematiche, forse più terra-terra ma fondamentali per valutare la situazione reale dell’online advertising e sapere dove intervenire per migliorare lo scenario.

A differenza del titolo di questo post, se non si condivide qualcosa non bisogna adeguarsi, perché l’obiettivo che come professionista vorrei poter perseguire è quello di acquistare dei click/impression di qualità, coerenti con gli obiettivi strategici del cliente.

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