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L’occhio umano giudica il web in 50 millesimi di secondo
Autore: Jacopo.Gonzales | Categoria: Ricerche | Data: Domenica, 15 Gennaio 2006 

Credo voi tutti ricordiate la ricerca sull'Eye Tracking realizzata da Enquiro alcuni mesi fa. Scopo primario di quella ricerca era di analizzare come gli utenti guardassero ai risultati delle ricerche, studiando il movimento dell'occhio umano.
Ne emerse che era fondamentale comparire al top dei risultati di una data query nei vari search engines, fossero quelli organici o sponsored listings, frutto quindi di una campagna di Pay Per Click.

Questo studio però limitava la sua analisi ed il suo campo d’applicazione ai motori di ricerca, non analizzando le dinamiche che entravano in gioco una volta che l’utente si trovava su un determinato sito web.
Soprattutto poi non veniva presa in considerazione la tempistica con cui il singolo sito viene elaborato e giudicato dall’occhio umano e di conseguenza dal cervello.

E’ proprio di questa fase che si occupa un nuovo studio canadese, riportato da Nature e pubblicato da Gitte Lindgaard della Carleton University di Ottawa sulla rivista scientifica Behaviour and Information Technology, ed i cui risultati hanno peraltro meravigliato i ricercatori stessi, molti dei quali ritenevano che l'occhio umano fosse incapace di vedere veramente qualcosa sotto la soglia dei 500 millesimi di secondo.

In effetti tale soglia è stata notevolmente abbattuta: l'occhio è capace di elaborare una pagina web in soli 50 millesimi di secondo, quindi ben 10 volte al di sotto della soglia prevista da alcuni studiosi.

Si è arrivati a questa conclusione dopo aver mostrato flash di alcune web pages al gruppo di volontari presi come campione della ricerca. Agli stessi volontari era stato inoltre richiesto di ordinare, secondo un indice di gradimento, tali pagine web.

Questo chiaramente ha delle conseguenze sostanziali di tutto rilievo:

1) Non solo la prima impressione è quella che conta, ma è anche quella che perdura nel tempo. Questo effetto viene definito dagli psicologi come Halo Effect. Difficilmente quindi, se il primo impatto grafico non è stato positivo, sarà possibile fidelizzare i propri utenti.

2) Se la prima impressione è stata positiva, è molto probabile che gli utenti tornino a visitare un determinato sito, come spiega la Lindgaard: continuing to use a website that gave a good first impression helps to 'prove' to themselves that they made a good initial decision

3) Avere degli ottimi contenuti non basta. La struttura grafica gioca un ruolo primario nella valutazione da parte dei navigatori, quanto meno nella fase iniziale, in quanto viene presa in considerazione ancor prima del content.


In conclusione, appare palese che dovranno ricredersi tutte quelle aziende che, fino ad oggi, hanno ritenuto che per generare traffico e fidelizzare gli utenti bastasse avere un sito web ottimizzato piuttosto che un search engine copywriter nel proprio organico.

Commenti

@gianluca

Non e' un dilemma, servono entrambi. Prova a cucinare un piatto di spaghetti senza acqua o senza sale, vedrai che farai fatica a mangiare.

Inviato da: Stefano "Free.9" Scardovi @ 17.01.06 18:28

non so. sono perplesso, secondo me i contenuti sono il web, non i contenitori, fatto è ceh leggo la maggior parte dei siti via rss. se un sito è graficamente accattivante, ma poi mi fa perdere tempo e non mi dà niente, non ci torno piu' di sicuro.
Vero è invece che spesso siti che hanno contenuti interessanti sono rovinati da grafiche indescrivibili.
Questo eterno dilemma (di cui si era già discusso su IMLI in passsato) tra web design e web content è destinato a continuare...

Inviato da: gianluca @ 16.01.06 17:44

Spero che, prendendo spunto da questa ricerca, le aziende non si specializzino soltanto sulla realizzazione di visual accattivanti.

Molte ricerche, forse per creare scalpore e dare notorietà all'istituto che le ha realizzate, tendono sempre a contraddire o a stravolgere le conoscenze passate.

Per quanto mi riguarda, nel mio piccolo, sarò "fedele" solo a quelle pagine web che oltre ad visual accattivante premino, allo stesso modo, anche i contenuti.

Inviato da: Andrea Signori @ 16.01.06 11:13

Condivido le osservazioni pubblicate sull'organizzazione dei contenuti e sulla preparazione delle campagne digitali, anche NMK come società di consulenza del Regno Unito si é espressa da tempo per un uso migliore dei media.

Per poter attrarre un pubblico bisogna puntare anche sulla piena comunicabilità, su una consulenza che possa supportare la formalizzazione dei messaggi.

Si è data una eccessiva importanza all'ICT come capacità elaborativa, forse si dovrebbe considerare più la rappresentazione delle idee e meno la connettività.

Inviato da: Claudio Iacovelli @ 16.01.06 10:33

Sono anni che dico che il marketing digitale è altro :)))

Inviato da: Maurizio Goetz @ 16.01.06 09:22

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